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Patrick Moschen Feet on the Ground

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Feet on the ground è un bel CD che mi è capitato recentemente tra le mani, opera di Patrick Moschen.

Patrick è un chitarrista trentino dallo stile riconoscibile e dalle variegate influenze musicali, punto di riferimentoo per artisti che si esibiscono in quell’area.

Le sonorità che Patrick sceglie di adottare, benchè partano da evidente minimalismo blues si spostano poi in brani dalla forma/canzone di taglio intimistico cantautorale.

Considero la scelta di uscire dai canoni blues un atto di coraggio per un artista che ha all’interno di questo ambito un identità riconosciuta e questo CD con tanti brani originali è un lavoro coraggioso.

Un contributo alla scrittura e alla rifinitura dei testi è arrivato da Stefano Zabeo (chitarrista del compianto Guido Toffoletti), Kern Pratt e al banco di registrazione troviamo Thomas Guiducci.

Le sonorità minori e di grande respiro si alternano a momenti più raffinati come in “See”, il tutto in un intreccio di suoni acustici in cui fa capolino ogni tanto una chitarra elettrica.

Parlando con Patrick mi ha confessato l’amore per il Knophler acustico di “Iron Hand”, “Where do you think you’re going”, “The man to strong”, nonchè per i Jethro Tull, come per i Pink Floyd e questi sono un po gli ingredienti e le spezie di questa strana ricetta musicale che Moschen mette in tavola… Ma c’è un ma..ma il “Nord” di questo lavoro è in realtà la forte influenza di Angelo Leadbelly Rossi che ha “indicato una strada” a Patrick, non tanto stilistica quanto nell’approcciarsi ai brani con “essenzialità funzionale“.

Il mio brano preferito è 4o2, un pò perchè mi piace moltissimo quell’incedere minore che dona cupezza e tensione all’esecuzione (Patrick suona con la chitarra abbassata di un tono), un pò perchè la voce prende quel calore da talking blues hookeriano che riesce a rendere tanto con poche note, un pò perchè ci sento le influenze di Knophler in acustico, insomma per tanti motivi.

Slowly stuff blues fa parte del repertorio di Angelo Leadbelly Rossi, qui rivisitata “al la Moschen”.

Ci sono poi i momenti “simpatici” alla Pacos Mood, con tanto di cane che abbaia a inizio brano, o drammatici come Bad Man con un colpo di pistola alla fine, il tutto scorre via veloce e piacevole.

Il CD è uscito nel 2018 ma ancora adesso esprime freschezza ed originalità ed è il primo capitolo di un concept che avrà un seguito.

Playlist

4o2
Lie or Truth
Move
Paco’s Mood
See
Slowly Stuff Blues
The Bad Man

Patrick Moschen nasce a Levico Terme il 2 settembre del 1970 e all’età di 14 anni si appassiona alla chitarra.

I suoi inizi, come per tutti gli autodidatti, sono tra i più ardui ma vengono facilitati dall’aiuto di alcuni amici già pratici nell’uso delle sei corde.

Suona in innumerevoli contesti e con svariate formazioni musicali, alcune di propria creazione ed altre in cui viene chiamato come chitarrista.

Il blues arriva in una sera del 1989, in un locale della sua Levico Terme, la allora nota “Birreria Romanda”, in cui assiste ad una live performance di un giovanissimo Rudy Rotta. È lì che inizia a capire che il blues è una sorta di linguaggio e così pian piano e inconsapevolmente lascia germogliare quel seme.

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