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Open tuning per il blues

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Accordature aperte. Un tempo questo era un argomento esoterico ed erano davvero pochi quelli che si interessavano ad esplorare la musica con questo approccio un Italia.
Questo era in parte dovuto alla scarsità di fonti attendibili. Ovviamente chi poteva interfacciarsi direttamente con i maestri del blues o con chitarristi fingerpiking di livello poteva chiarirsi le idee su questo particolare approccio.

In realtà l’argomento era già molto sviscerato all’estero ed aveva trovato ampio utilizzo nei più diversi generi di musica popolare e anche nel pop per esempio basti pensare a Nick Drake.

Le ragioni erano le più varie ed avevano spiegazioni culturali evidenti.

Non solo ma nel caso specifico del blues alcune accordature venivano ricondotte a precise scuole locali come nel caso del blues di Bentonia che aveva in Skip James il suo più celebre interprete.

In realtà l’approccio del bluesman alle open tuning non è mai stato dei più ortodossi. Nemmeno quando si parlava di standard tuning.

È ricorrente in diversi casi l’utilizzo di accordature abbassate di un tono – dropped – ma con intervalli derivati dall’accordatura standard, si pensi a Belton Shuterland o a Robert Belfour o Robert Pete Williams.

In molti casi la open tuning aiuta il chitarrista nell’utilizzo della tecnica dei bassi alternati come in Furry Lewis o Blind Willie Johnson che usavano poi la slide per disegnare le linee di canto.

È chiaro che le motivazioni e gli stili applicati a questa modalità non possono essere raccontati in un solo blog.

Di fatto le accordature open più utilizzate non sono molte (D, G, E, A, e le relative minori, soprattutto nel caso di D e E) ma per come sono pensate dal punto di vista funzionale, cioè che suonando le corde a vuoto si ottiene un accordo potrebbero essere infinite come lo sono le combinazioni tra le note che formano gli accordi.

Il principio è quello delle triadi e dei rivolti cioè, partendo dall’accordatura standard si abbassano o si alza l’intonazione delle corde fino ad ottenere la open più comoda per far sì che le note suonate a vuoto creino un accordo nel modo più rapido cioè spostando l’intonazione del minimo indispensabile per poter tornare rapidamente all’accordatura standard.

Si perché uno degli aspetti da tenere in considerazione è la velocità nel cambiate accordatura. Sembrerebbe un aspetto secondario ma non lo è. Raro è infatti anche in ambito downhome che un chitarrista esegua un intero repertorio nella medesima accordatura ma il cambio tra le accordature determina anche la successione dei brani eseguiti.

Proprio nel downhome quelle più usate sono la G o A è la E o D.

La scelta è spesso dovuta dalla timbrica vocale del cantante. Un esempio è Robert Johnson che spesso usava la open A.

Molte volte si considera l’open tuning come sinonimo di tecnica slide, i nomi sono tantissimi si va dal già citato Blind Willie Johnson a Charley Patton a Elmore James Kokomo Arnold, Robert Johnson, Son House, Fred McDowell, Furry Lewis, Bukka White, Sylvester Weaver, Elmore James, Muddy Waters, ai bianchi Johnny Winter, Duane Allmann, Roy Rogers, Sonny Landreth, Dave Hole, Bonny Raitt, John Mooney, Derek Trucks o il nostro Roberto Luti ecc. Ma questo è un errore infatti le accordature aperte sono frequentemente usate senza slide. Basta pensare all’hill blues di R.L.Burnside o al detroit blues di J.L. Hooker o il già citato Skip James.

Di fatto il vero vantaggio di questo approccio è che determina il sound più di tanti altri.

Ogni chitarrista potrebbe trovare divertente o utile alla composizione l’utilizzo delle accordature aperte, con questo articolo non pretendo di essere esaustivo ma di fornire qualche spunto.

La mia visione chitarristica si è sempre nutrita di queste sonorità e sebbene io non sia considerato un Maestro, ne io stesso mi consideri tale, del genere ho approfondito anche per mia ricerca personale alcuni aspetti di questo approccio.

PRISON SONGBOOK

Mi è stato chiesto di parlare anche di Prison Songbook e delle tecniche utilizzate.

In effetti le open in questo progetto sono diverse e alcune abbastanza rare da sentire, ma ciò dipende dal fatto che in alcuni arrangiamenti ho utilizzato accordature che riuscissero a dare corpo ad arrangiamenti minimali spesso derivati da brani totalmente vocali.

L’arrangiamento delle Work Song per chitarra per esempio ti obbliga a trovare un tuo modo di affrontare le parti.
Da qui l’utilizzo ad esempio dall’accordatura di A-

E A E A C E.

MAGGIORE O MINORE?

Il principio di maggiore o minore è molto semplice. Tenendo in considerazione che gli accordi di base sono formati da 3 note es: C = 1C 3E 5G cioè prima terza e quinta nota della scala di do. Quello che rende un accordo minore è la terza nota che quando è spostata di mezzo tono verso il basso fa si che l’accordo suoni minore cioè più “triste”.

In base a questo ragionamento essendo l’accordatura di G open una triade fatta da D G D G B D ed essendo il B la terza nota abbassare il B a Bb crea l’accordatura minore di G.

Questo vale anche per il D.
D A D F# A D mettendo il F# a F
otteniamo un D- open.

Sembrano accordature molto particolari, ma se parliamo della D- open era usatissima da tantissimi bluesman come ad esempio Skip James (la sua Devil got my woman non sarebbe la stessa senza questa accordatura) o alcuni brani di Bukka White o Sonny Landreth in Congo Square, tutti artisti che usavano questa accordatura.

ACCORDI

Qui vedremo un approccio agli accordi io open sulle accordature di G open e D open.

G OPEN:
D G D G B D

D OPEN
D A D F# A D

Sebbene il più delle volte si liquidi il problema delle open tuning con l’utilizzo della slide come unico barrè che determina gli accordi muovendosi orizzontalmente sul manico della chitarra gli accordi in open esistono e si possono usare in modo creativo.

Alcuni approcci derivati dal delta hanno messo in evidenza alcune posizioni di rivolti in prima posizione che rendono agevole l’accompagnamento e il fingerpiking. I famosi tre accordi del blues in open sono stati decodificati nel seguente modo:
Progressione Blues in OPEN G

Progressione Blues in OPEN D

Ovviamente non è il solo o unico modo di farli.
Un caso singolare è Fred McDowell che per suonare l’accordo di D in open A in Kokomo my baby usa questo approccio mettendo il mib al basso cioè la settima di Re:

Oppure Bukka White per suonare l’accordo di A in Parchman farm usa questa diteggiatura.

Tipica posizione degli accordi in prima posizione per una progressione blues D OPEN

Tipica posizione degli accordi in prima posizione per una progressione blues G OPEN

DA MAGGIORE A MINORE IN OPEN D

Qui faccio vedere come approcciare gli accordi maggiori e minori in open D senza usare le corde a vuoto.

MESCOLARE TECNICA SLIDE E ACCORDI MINORI SU ACCORDATURA MAGGIORE

Qui faccio vedere come usando la tecnica di Sonny Landreth, cioè quella di premere le corde dietro la slide faccio suonare gli accordi minori pur mantenendo la slide in posizione maggiore e in accordatura maggiore.

PICCOLO PRONTUARIO DEGLI ACCORDI NELLE 3 OPEN G, D, D-

Qui sotto trovate un piccolo prontuario con gli schemi degli accordi maggiori e minori nelle principali accordature, non sono inserite le note in quanto a seconda della open utilizzata cambierebbero e non sarebbero indicative, ho inserito invece la posizione di tonica e la terza in modo da orientarsi sulla tastiera. Se poi userete la slide dovrete semplificare ulteriormente gli accordi o trovare un modo di farli con 3 dita.

Accordi OPEN G/A

Accordi OPEN D

Accordi OPEN D-

SEQUENZA ACCORDI IN OPEN G e D

In generale si potrebbe dire che usando la successione + – – + + – semidiminuta e considerando quanto detto in merito agli accordi minori e maggiori abbiamo questo risultato.

Progressione Armonica + – – + + – semidiminuto in OPEN G con accordi che non prevedono corde a vuoto

Progressione Armonica + – – + + – semidiminuto in OPEN G con accordi con corde a vuoto

Progressione Armonica + – – + + – semidiminuto in OPEN D
con accordi che prevedono corde a vuoto

SCALE
Mettermi a parlare di scale in open sarebbe noioso ma comunque qui sotto ci sono i diagrammi della scala maggiore nelle due open più usate D e G.

Reputo la cosa noiosa esclusivamente per il fatto che credo che sia la musicalità a dover guidare la mano non solo ed esclusivamente le scale.
Che ovviamente aiutano a conoscere la posizione delle note ma non devono essere “divinizzate”.

SCALA PRIMA POSIZIONE G OPEN

SCALA PRIMA POSIZIONE D OPEN

La slide guitar impone spesso un approccio Modale più che tonale sull’accordatura aperta e questo in quanto è utile a far sentire gli accordi.
In generale l’ascolto dei maestri come di alcuni talentuosi allievi dovrebbe stimolare allo sviluppo di un senso melodico non scontato.

Si ascolti per esempio la chiusura di questo solo di Ry Cooder in Statesboro blues di Blind Willie McTell. Le linee melodiche derivate da Blind Willie Johnson diventano qualcosa di nuovo e fresco di grande musicalità mescolandosi con un approccio modale che si modula sul 5 grado per chiudere nel primo…. tutto open ovviamente.

Spero di essere stato utile ad alcuni di voi e vi ringrazio per l’attenzione.

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