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Prison Songbook: Finalmente Pergine

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Inutile dire l’emozione e anche l’ansia nel portare Prison Songbook al Teatro Comunale di Pergine, un anno dopo la malattia di Sara che aveva annullato il precedente appuntamento a febbraio 2023, la crisi successiva, l’indifferenza delle principali manifestazioni verso Prison Songbook, le oggettive difficoltà personali a trovare la forza per rimettersi in gioco, il senso di spaesamento, le mail senza risposta, i numerosi “per voi quest’anno non c’è posto”, le promesse non mantenute…Pensare di tornare live era diventata un’ipotesi molto nebbiosa, c’era però la luce di un evento che doveva essere fatto a schiarire la notte del momento, una luce tenuta accesa dalla volontà di ferro di Patrick Moschen, che a differenza di molti non aveva smesso di credere in Prison. Sapeva che in un mondo al contrario questo progetto sarebbe di diritto per come è strutturato, presentato ed eseguito presente in tutte le principali manifestazioni di settore e non italiane ed europee, mentre probabilmente Masterchef starebbe in un ristorante a fare deliziosi panini.

Carichi di questa responsabilità ed onore abbiamo portato il nostro spettacolo al Teatro Comunale, all’interno del teatro perché il pomeriggio aveva piovuto.
I fonici altamente professionali, attenti ai dettagli, le videoproiezioni su uno schermo di 20 metri e la struggente voce di Sara hanno fatto il resto. Il pubblico ha applaudito ogni brano ed i successivi apprezzamenti hanno ripagato anche l’organizzazione dell’evento.

So che ogni persona presente ha potuto portare a casa una frase di Bukka White, Furry Lewis, Guitar Welch, una frase che prima forse aveva forse sentito ma non capito, so che abbiamo fatto conoscere il blues alle persone per quello che è e non solo per quello che sembra, so che siamo arrivati dove la musica non arriva, abbiamo gettato un ponte ideale tra le parole e il loro significato aprendo una breccia verso una maggiore e più completa empatia. In un mondo al contrario potrei pensare che adesso tutto dovrebbe andare come nei film americani, verso una crescita infinita. Ma è un mondo al contrario.
Grazie a chi ha creduto in noi permettendoci di brillare.

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